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Descrizione

La chiesa parrocchiale di Cavezzo, posta sotto il titolo del Santo patrono Egidio, ha le sue origini in un antico oratorio esistente sin dalla fine del secolo dodicesimo nell’Isola di Sant’Egidio — identificabile pressappoco con l’attuale centro di Cavezzo — ove aveva sede il Comune di Casare, unità amministrativa posta alle dipendenze della non più esistente corte di Roncaglia, che obbediva alla giurisdizione della Abbazia di Nonantola.
Fu elevata a rettorìa con fonte battesimale nel 1352; è arcipretura dal 1641 e capo congregazione ecclesiastica dal 1677 assumendo così quella posizione di preminenza che tuttora conserva sulle chiese di Motta e Disvetro.
Già ricostruito nel 1620 e nel 1748, agli inizi del ‘900 il tempio versava in precarie condizioni tanto da rendere necessario un radicale rifacimento. Nel 1909, demolito il vecchio edificio, iniziarono i lavori di costruzione della nuova parrocchiale, terminati nel 1912, secondo il progetto dell’architetto Giacomo Masi (1863-1923), cavezzese di adozione, che ideò un sobrio e monumentale tempio in forme eclettiche neorinascimentali che arieggiano, nella maestosa facciata ad arco trionfale in laterizio alta 21 metri, esempi albertiani e palladiani, riassunti in quattro lesene di ordine gigante (cimate da capitelli pseudoionici con protomi leonine) su alto basamento.
Le lesene reggono cornicione e timpano in notevole aggetto, sovrastato a propria volta da altro elemento su cui troneggia la croce. La lunetta, che sovrasta la quadrifora di gusto neoromanico, è adornata da un bassorilievo raffigurante una Annunciazione opera di Giuseppe Ascari (1939), di compassata ispirazione neoquattrocentesca.
L’interno a navata unica, voltato a botte, è assai luminoso grazie alla presenza di sei ampie finestre termali praticate nel cleristorio. Tre cappelle per parte si aprono nei lati, pausati da una travata ritmica di lesene cimate da capitelli pseudoionici. È difficilmente contestabile come in questa occasione l’architetto Masi abbia perseguito con onesto impegno creativo la via sicura del citazionismo eclettico consono alla sua formazione, avvenuta (come allora era prassi) presso la Regia Accademia di Belle Arti, a Modena, mentre la sua cifra stilistica più significativa ed originale è meglio apprezzabile in altri edifici di sua ideazione, pubblici e privati, tuttora presenti nel territorio. Tra le aperture dei vani che si alternano alle cappelle laterali sono visibili modanature di tenue gusto decò. L’ultimo radicale restauro risale ai primissimi anni Ottanta, voluto dall’allora arciprete canonico monsignor Giuseppe Malagoli. La torre campanaria, ricostruita nel 1781, risanata nel 1921 dall’architetto Masi e sottoposta recentemente ad un importante restauro, vide sostituire nel 1830 la primitiva cupola con l’attuale guglia.
Poche le emergenze artistiche significative contenute nella parrocchiale: pregevole il dossale dell’altar maggiore, opera del celebre carpigiano Annibale Griffoni (1619-1679) in scagliola policroma, simile ad altro esemplare nella chiesa di Motta, che segue il classico schema tripartito a trine e candelabre con specchiature mistilinee di attardato gusto manieristico che circondano figure di santi (probabilmente il patrono Egidio e San Silvestro papa, patrono della diocesi nonantolana) e un centrale ostensorio raggiato nella cui base sono visibili le iniziali dell’artefice. Alla stessa mano sono attribuibili le due formelle in scagliola sovrastanti. In abside, pala di modesta fattura del tardo Seicento raffigurante Sant’Egidio abate entro ancona moderna. Nella cappella battesimale (fonte di fattura veronese datata 1619), tela con San Sebastiano ed altri santi di buona qualità riferibile alla cerchia del Consetti (fine Settecento).
Sull’altare della terza cappella a destra bella Sacra Famiglia attribuibile a Giuseppe Zattera (1825-1891), pittore modenese di adozione, dell’ambito di Adeodato Malatesta.
Tra gli arredi, significativo il ricchissimo tronetto in legno dorato per l’esposizione del SS. Sacramento di fattura bolognese settecentesca, custodito in pregevole armadio di gusto veneto, nonché il paliotto mobile ricamato dell’altar maggiore, anch’esso di fattura bolognese settecentesca.

Modalità di accesso

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Indirizzo

Chiesa parrocchiale di S. Egidio Abate

Piazza Zucchi - Cavezzo
41032 - Italia

Contatti

Struttura responsabile

Unità Pastorale di CAVEZZO - Moderatore: Dallari don Giancarlo

Ultimo aggiornamento: 11-08-2023, 07:58